mercoledì 10 marzo 2010

Italcementi trasloca in Libia

Il bond da 2 miliardi non basta. Per sopravvivere alla crisi (che ha dimezzato gli utili a 71 milioni) il colosso dei Pesenti dovrà anche proseguire la dieta del 2009 che ha portato risparmi per 240 milioni di euro. A farne le spese saranno i lavoratori italiani. Presentando i conti dell’anno passato agli analisti il dg di Italcementi, Giovanni Ferrario, ha infatti annunciato un robusto piano di tagli nel nostro Paese. «La nostra strategia in Italia», ha detto, «è di ristrutturare. Abbiamo un programma in tre anni: ridurremo significativamente il nostro numero di stabilimenti». Ancora non è noto quali saranno gli impianti che Italcementi sacrificherà per «migliora l’efficienza». Attualmente il gruppo di Bergamo ha 17 cementerie a ciclo completo sparpagliate su tutto il territorio nazionale, da Trieste a Porto Empedocle. Complessivamente in Italia sono impiegati oltre 4mila dipendenti. Gli «eventuali esuberi», ha spiegato Ferrario, verranno gestiti attraverso «la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e con lo stato di crisi. Useremo tutti gli strumenti a disposizione». Comunque, ha rassicurato, «non parliamo di grandi numeri: si tratta di piccole cifre, di cementerie molto piccole non più efficienti e quindi senza futuro. Le altre le riqualifichiamo: procederemo al revamping (trasformazione e ottimizzazione, ndr) di due società nel Nord Italia e di una al Sud».


In compenso, la società «considera seriamente di acquistare un paio di impianti già esistenti in Libia per lavorare per il mercato locale». In quel mercato, ha proseguito l’ad Carlo Pesenti, «come italiani siamo abbastanza privilegiati, speriamo di riuscire nell’operazione». La società, ha ricordato il manager, al mercato libico ci sta pensando «da tanto tempo: è un Paese che si integra molto bene nel nostro sistema Mediterraneo» considerando che il gruppo cementiero è già fortemente presente in Marocco e in Egitto.

Tutti i dettagli sulle prossime mosse saranno contenuto nel piano strategico che Italcementi presenterà a settembre nel corso di un investor day. Un lavoro che il gruppo sta mettendo a punto con l’aiuto dei consulenti di McKinsey. «La mia ambizione», ha detto Pesenti, «è arrivare con un piano strategico e non solo con un piano industriale. Il piano strategico è qualcosa di più, ha a che fare con l’organizzazione dell’azienda, con le priorità nella ricerca e sviluppo, le tecnologie e i trend macroeconomici. Stiamo facendo un ottimo lavoro».

Per ora si sa soltanto che per affrontare «un 2010 ancora difficile» Italcementi punta a realizzare nell’esercizio in corso 100 milioni in risparmi di costi, ad ottimizzare per 50 milioni la struttura del capitale circolante e a ridurre gli investimenti a 620 milioni dai 700 del 2009. Il gruppo si attende nel 2010 volumi di vendita «stabili o in leggero aumento», accompagnati da una «visione prudente» sull’andamento dei prezzi. Dai principali progetti in corso di realizzazione in Italia, Usa, India e Marocco sono attesi 50 milioni di euro in più a livello di margine operativo lordo.

Per quanto riguarda il programma di emissioni obbligazionarie da 2 miliardi la prima tranche verrà emessa molto probabilmente all’inizio della prossima settimana. Nei prossimi giorni, ha spiegato ancora Pesenti, partirà un roadshow che toccherà Milano, Londra, Parigi, Monaco e Francoforte. «Abbiamo già un overbooking di incontri con gli investitori», ha aggiunto il manager. Il bond servirà al gruppo per allungare le scadenze del debito e diversificare le fonti di finanziamento. Nell’ambito di questo progetto, verrà rifinanziata anche parte importante dell’esposizione della controllata Ciments Francais. L’operazione non prelude comunque alla fusione con la società francese, per la quale bisognerà attendere ancora. Alcuni degli ostacoli che hanno già impedito il progetto, ha spiegato l’ad, «sono ancora presenti».

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