martedì 13 luglio 2021

Le assunzioni superano quelle del 2019

Qualcuno potrebbe anche pensare: se le cose stanno così, tanto valeva metterlo due anni fa il blocco dei licenziamenti. Eh sì, perché stando ai dati diffusi ieri da Bankitalia, nei primi sei mesi dell’anno le assunzioni, malgrado lo stop alle uscite imposto per legge, hanno addirittura superato quelle del 2019. Insomma, i vincoli voluti da sinistra e sindacati non solo non hanno fermato le imprese, ma le hanno addirittura stimolate a fare meglio. La realtà, ovviamente, è un po’ diversa. E quella raccontata dai numeri non fa una grinza. Nel primo semestre del 2020, con l’economia paralizzata da marzo in poi e il divieto di licenziare, il saldo tra rapporti attivati e cessati, scrive Bankitalia, e rimasto sostanzialmente nullo. Poi le aziende hanno iniziato a chiudere e quelle rimaste aperte non hanno rinnovato i contratti a tempo. Risultato, circa 700mila posti di lavoro da inizio pandemia si sono volatilizzati.

martedì 9 marzo 2021

Il ministro dell'Economia: gli statali sono incapaci

E noi che pensavamo che il governo avesse messo il Piano di ripresa e resilienza nelle mani della McKinsey perché i nostri statali non sono capaci. Macché. I super esperti del colosso americano della consulenza strategica, con 98 uffici dislocati in 57 Paesi del pianeta, andranno a Via XX Settembre per fare qualche slide e dare una sistematina grafica ai documenti. Parola di Daniele Franco, che ieri, nella sua prima audizione da ministro dell’Economia, ha provato a sgonfiare le polemiche scoppiate sul reclutamento dei tecnici esterni. La toppa, però, è peggio del buco. L’ipotesi di appaltare all’esterno la gestione del Recovery plan aveva già sollevato un vespaio quando l’ex premier Giuseppe Conte aveva pensato di costituire una mega task force di esperti. Arrivato a Palazzo Chigi, Mario Draghi ha subito tranquillizzato tutti: la regia del piano è affidata al Tesoro e gli altri ministeri daranno una mano. Il che ha cambiato le cose fino ad un certo punto perché il premier è un ex presidente della Bce, all’Economia c’è un ex direttore di Bankitalia, alle Infrastrutture un professore di statistica e all’Innovazione un manager. Insomma, sempre di tecnici si tratta.

domenica 7 marzo 2021

Trovati 40mila medici per iniettarci il vaccino

Almeno i medici ci sono. Dopo mesi di tentennamenti il nuovo governo è finalmente riuscito a chiudere l’accordo con gli specializzandi pagandoli 40 euro lordi all’ora invece dei crediti formativi che gli voleva rifilare Giuseppe Conte. Grazie ad un potenziale esercito di altri 40mila camici bianchi l’esecutivo conta di dare un colpo di acceleratore alle vaccinazioni. 
Un censimento da concludere entro 10 giorni, per stabilire la reale capacità di somministrazione delle singole Regioni ed individuare dove e come potenziare il sistema; consegne bisettimanali in almeno 500 punti sparsi in tutta Italia tra Asl e centri di somministrazione; un plotone di almeno 100mila vaccinatori per raggiungere ad aprile l'obiettivo di 500-600mila somministrazioni al giorno. Questi i punti principali del piano messo a punto nella prima riunione del Comitato operativo di Protezione Civile convocato dal capo Dipartimento Fabrizio Curcio e alla quale ha partecipato anche il Commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo. 

venerdì 5 marzo 2021

L'unica cosa che cresce è la povertà

Un milione di poveri in più e consumi tornati indietro di 20 anni. Il conto delle chiusure è salato. E arriva proprio nei giorni in cui, tra le varianti che impazzano e i vaccini che non arrivano, il governo sta pensando di blindare di nuovo tutto. Che gli italiani non se la siano passata bene l’ultimo anno lo avevamo già capito da un pezzo, vedendo le file che si allungavano davanti alle mense della Caritas e il pallottoliere impazzito delle ore di cassa integrazione. Ora, però, l’Istat mette nero su bianco i numeri. E c’è veramente poco da stare allegri. 

La follia giuridica delle tasse patrimoniali

Giustizia sociale, equità fiscale, riequilibrio dei conti pubblici. Da ultimo, l'emergenza Covid. Ogni volta c'è una scusa diversa. Però la sostanza è sempre la stessa: quando c'è bisogno di quattrini, il primo posto dove si va a cercare sono le tasche dei contribuenti. Non solo in base a quanto si guadagna, ma anche a quanto si possiede. In altre parole, patrimoniale. L'idea di fondo è che la proprietà sia un lusso e i risparmi un privilegio. Una fissazione di qualche vecchio residuato dell'ultrasinistra? Macché. A sostenere l'esigenza di un prelievo sui beni degli italiani c'è uno schieramento ampio che va dal Pd ai grillini, passando per Leu. E la misura piace pure alla Ue, che da sempre punta il dito sulla nostra ingente ricchezza privata, come non fosse il frutto di guadagni legittimi, e per di più tassati.

martedì 2 marzo 2021

Perfino con la pandemia Conte ha alzato le tasse

La pandemia ha travolto il Paese come un uragano. Il Pil è tornato al livello di oltre 20 anni fa, i consumi viaggiano su percentuali che ricordano le temperature polari, le imprese sono alla canna del gas e milioni di lavoratori hanno ancora una busta paga solo grazie alla cassa integrazione. Dopoguerra a parte, non è mai accaduto nulla di simile. C’è una cosa, però, che è rimasta esattamente uguale agli scorsi anni. Manco a dirlo, le tasse.

venerdì 26 febbraio 2021

E' Gallina a covare gli eurodisastri sui vaccini

Da una parte c’è una manager di successo, laureata in biochimica, esperta di biotecnologie, con incarichi amministrativi di primo livello in numerose multinazionali farmaceutiche. Dall’altra c’è un’interprete, che lavora da oltre 30 anni alla Commissione europea, inizialmente come traduttrice e poi come negoziatrice nei settori del commercio e dell’agroalimentare. La prima è Kate Bingham, la britannica che ha permesso al premier Boris Johnson di annunciare la conclusione della campagna vaccinale entro l’estate. La seconda è Sandra Gallina, la friulana che ha costretto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, a scusarsi per il pasticcio sui vaccini.

giovedì 25 febbraio 2021

Fuori dall'Europa l'Inghilterra vola

Altro che scappare per la Brexit, dal Regno Unito adesso nessuno vuole andare più via. A meno che non si tratti di una bella vacanza, che quest’estate probabilmente sarà consentita solo ai britannici, che hanno già il vaccino in corpo e possono scorrazzare a proprio piacimento per il mondo. Il ministro del turismo greco, tanto per dire, ha già annunciato la creazione di un corridoio con Londra per facilitare i viaggi degli “immuni” nel suo Paese e sta studiando la possibilità di aprire selettivamente le frontiere già da maggio, promettendo anche una campagna vaccinale massiccia per tutti i dipendenti delle strutture turistiche e aeroportuali elleniche. Ma non è che una delle mille destinazioni che potranno essere scelte.

martedì 23 febbraio 2021

L'Italia non sarà capace di spendere i fondi Ue

Non passa giorno senza che qualcuno non ribadisca che i soldi del Recovery fund bisognerà utilizzarli fino all’ultimo centesimo, che l’occasione è epocale e che sciuparla sarebbe un delitto.
Concetti chiari e ampiamente condivisibili. Si tratta solo di capire in che modo. Già, perché se a parole sono tutti d’accordo sulla necessità di cogliere la palla al balzo, meno idee ci sono sugli strumenti per evitare che ci sfugga irrimediabilmente di mano. C’è chi ha giustamente fatto notare che l’Italia solitamente non riesce a spendere in maniera decente neanche i fondi strutturali, ma è stato subito zittito dai nuovi avventisti del Next Generation Ue, secondo cui il piano di Bruxelles darà vita ad una vera e propria età dell’oro dove le cose non potranno non andare bene.

venerdì 19 febbraio 2021

La Lega risolve le grane lasciate da Conte

«Serietà, impegno, responsabilità», promette Giancarlo Giorgetti. Che sono solo parole, intendiamoci. Epperò la fretta con cui il neoministro dello Sviluppo si è mosso per risolvere le grane lasciate dal governo Conte, qualche segnale di ottimismo lo dà. Anche perché finora è stata proprio quella a mancare. «Ci sono vertenze che giacciono sul tavolo del ministero da troppo tempo», ha detto il numero uno della Cisl, Annamaria Furlan.